LA BOLLA

l concetto di “bolla“ nel teatro di improvvisazione è nato dall’osservazione e dall’esigenza, di dare maggior profondità alle performance di improvvisazione teatrale.

Ho notato che spesso, quando gli allievi entravano in scena parlando immediatamente, l’improvvisazione rimaneva in superficie, su di un piano mentale. Al contrario, se entravano in scena con un’azione e guardavano negli occhi il compagno - prendendo tutto il tempo necessario per percepire la verità in scena - si stabiliva un contatto profondo, una bolla, che assorbiva completamente le loro essenze.

Questa superava maggiormente l’io scenico per divenire un noi creativo. Da quello spazio, mantenendo sempre viva la connessione con gli occhi del compagno, prendevano vita storie più fluide, profonde e interessanti. Ci si dimenticava del pubblico e della scena per entrare in una trance guidata dal sentire.

Il tipo di ricerca artistica che sto portando avanti è quella di creare una sintesi sempre più profonda tra l’improvvisazione, il teatro di prosa e la spiritualità entrando quindi, anche nei colori drammatici dell’esistenza.

L’improvvisazione è per me un’arte spirituale e i suoi principi di base sono, ai miei occhi, principi spirituali.

L’ascolto a 360° del compagno, il vivere il momento presente, l’agire e il reagire in maniera ispirata e intuitiva, proporre ed essere sempre aperti alla proposta dell’altro, sono principi estremamente spirituali e, se davvero applicati, portano inevitabilmente a sperimentare l’espressività della propria anima.

Per me il teatro di improvvisazione è la possibilità di liberare l’anima. È sciogliere tutti i blocchi ed essere completamente vivi. La bolla aiuta questo processo per divenire fluidi e in contatto con l’altro e con l’ambiente.

Per tale motivo mi piace condurre i laboratori di teatro di improvvisazione e, per tale motivo, è nato il progetto di teatro di improvvisazione dell’anima, che ha la mission di far esprimere liberamente tanti cuori, attraverso il medium del teatro.

Carlo Bonomi